- ALLEGATO 3: Interv. Connessi Attività Estrattiva e Proced. per Attestaz. di Compatibilità PUTT/P |
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Allegato 3:
INTERVENTI CONNESSI ALL’ATTIVITA’ ESTRATTIVA E PROCEDURE PER L’ATTESTAZIONE DI COMPATIBILITA’ AL PUTT/P
1. In riferimento ai contenuti di cui all’art. 2.02 (indirizzi di
tutela) e dell’art. 3.05 (direttive di tutela) l’attività di
coltivazione di nuove cave e di ampliamento di quelle esistenti, ferme
restando la disciplina di cui alla LR 37/85 e le competenze del
Ministero dell’Ambiente (circolare 9365/VIA del 18/12/92 inerente i
poteri di annullamento delle delibere di autorizzazione e la potestà
autorizzativa surrogatoria e l’elenco degli elaborati da trasmettere al
Ministero dell’Ambiente per l’esercizio delle competenze previste nel
combinato disposto di cui all’art. 1 della LS 431/85 ed all’art. 2
lett. D della LS 349/86), deve coniugarsi con le finalità della tutela
del paesaggio e con la disciplina connessa all’attuazione del PUTT/p.
2. Alla domanda per ottenere l’autorizzazione, di cui all’art. 12 della
LR 37/85, dovrà allegarsi il progetto con la specificazione dei
seguenti elementi: stato giuridico dell’area secondo i contenuti di cui
ai successivi punti (2.01 e 2.02), presenza di beni paesistici
costitutivi, di cui ai successivi punti (2.03 e 2.04), condizioni
ambientali di cui ai successivi punti (2.05, 2.06, 2.07, 2.08 e 2.09);
nello specifico:
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2.01 – le destinazioni derivanti dallo strumento urbanistico vigente,
relativi adempimenti e adeguamenti al PUTT/p (territori costruiti, ATE,
adeguamento, ecc.) e eventuali indicazioni derivanti da altri piani
territoriali o piani parco;
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2.02 – il sistema dei vincoli di cui alla LS 1497/39, alla LS 1089/39,
al RDL 3267/23, alla LS 394/91, LR 10/84 (vincoli faunistico);
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2.03 – la localizzazione di beni geomorfologici, naturalistici e
storico-culturali (ATD) di cui al PUTT/p con la puntuale
specificazione, in adeguata scala, delle aree di pertinenza e le aree
annesse secondo le prescrizioni di cui alle NTA;
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2.04 – La specificazione degli Ambiti Territoriali Estesi (tipo D,C,B e
A) così come definiti nelle tavole del PUTT/p o nel PRG adeguato o in
altra strumentazione di secondo livello di cui all’art. 2.05 delle NTA;
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2.05 – la relazione sulle caratteristiche geologiche, geomorfologiche,
idrogeologiche dell’area di intervento con le relative carte tematiche
per illustrare la situazione litostratigrafica locale con definizione
dell’origine e della natura dei litotipi riconosciuti, i lineamenti
geomorfologici della zona nonché gli eventuali processi morfologici ed
i dissesti in atto o potenziali, i caratteri geostrutturali delle
formazioni tipo (stratificazione e discontinuità), lo schema di
circolazione idrica superficiale e sotterranea; lo studio geologico
mirato a individuare la presenza e le caratteristiche del flusso idrico
sotterraneo, l’esistenza di pozzi o sorgenti, la presenza di falde
idriche e loro regime (livello medio e massima escursione intorno al
livello medio della superficie piezometrica nel corso dell’anno), la
definizione dei rapporti fiume/falda (direzione/i del flusso delle
acque sotterranee) – nel caso di cave ubicate in prossimità di corsi
d’acqua -; gli utilizzi, anche potenziali, delle acque sotterranee;
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2.06 – la relazione geotecnica e geomeccanica comprendente le sezioni
indicanti la successione stratigrafica delle formazioni tipo
riconosciute nel sito, in seguito alla indagine geognostica effettuata
e la potenza delle diverse unità stratigrafiche; la caratterizzazione
fisico-meccanica delle formazioni interessate dai lavori di
coltivazione (compreso lo sterile) e la valutazione delle modifiche
delle condizioni attuali di stabilità globali e locali del sito in
seguito all’attività di escavazione secondo quanto previsto dalla
normativa tecnica vigente in materia (D.M.LL.PP.11 marzo 198 – DPR 9
aprile 1959 n. 128);
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2.07 – la relazione illustrante l’uso attuale del suolo e relativa
carta tematica; la vegetazione presente nella zona di intervento e nel
territorio circostante con relativa carta tematica, ove siano
individuate la struttura, la fisionomia e la composizione flogistica
dei consorzi presenti; la valutazione degli effetti che l’intervento
produce sull’assetto vegetazionale e/o colturale preesistente;
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2.08 – il progetto di coltivazione comprendente la corografia della
zona, ove risulti l’ubicazione della cava ed il suo inserimento nel
quadro delle infrastrutture e delle destinazioni d’uso del territorio
limitrofo; planimetria ove siano localizzati tutti gli interventi
previsti per lo svolgimento dell’attività (quali aree di deposito, di
discarica, impianti di lavorazione, strade di accesso e rampe, ecc.);
elaborati grafici idonei a rappresentare la morfologia attuale del sito
(desunta da rilievo topografico), delle diverse eventuali fasi di
coltivazione, a fine coltivazione ed a indicare le misure previste in
ciascuna fase dei lavori per la regolazione ed il controllo dei
deflussi delle acque superficiali nell’area di cava; computo dei volumi
dei materiali che si prevede di estrarre e di quelli di risulta (per
questi ultimi distinguendo tra quelli che verranno riutilizzati e
quelli che devono essere posti a discarica); valutazione della rete
viaria esistente e sua idoneità ad essere impiegata a servizio
dell’attività proposta; progetto di eventuali interventi connessi
all’attività estrattiva (strade di accesso, rampe, discariche, impianti
di lavorazione, depositi per lo stoccaggio di materiali);
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2.09 – il progetto di ripristino contenente gli elaborati grafici
(planimetrie e sezioni) inerenti la morfologia prevista per il sito a
fine ripristino e nelle eventuali diverse fasi dell’intervento di
recupero; il progetto delle opere necessarie al recupero delle
caratteristiche ecologiche e paesaggistiche durante ed al termine della
coltivazione e di quelle finalizzate a minimizzare gli impatti
sull’ambiente derivanti dall’attività proposta (quali interventi di
minimizzazione degli inquinanti da polvere, da rumore, ecc.); la
relazione comprendente la specificazione dei tempi di attuazione degli
interventi, da realizzare di norma contestualmente alla coltivazione,
dei relativi costi, della destinazione finale del sito al termine dei
lavori;
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2.10 – le condizioni generali inerenti le visuali panoramiche
attraverso una documentazione cartografica e fotografica che riporti
gli effetti dell’intervento rispetto ai più significativi punti di
visuale. I vari tematismi richiesti verranno illustrati su basi cartografiche di
insieme prodotte, generalmente, nelle scale 1:5.000/1:25.000, su basi
cartografiche di dettaglio, generalmente nelle scale 1:5.000/1:2.000.
3. Fermo restando quanto disciplinato dalle leggi statali e regionali
in materia di attività estrattiva, per quanto connesso con il
paesaggio, la tutela e l’uso del territorio e di conseguenza con
l’attuazione del PUTT/p, il rilascio della autorizzazione per nuova
attività o per l’ampliamento di attività esistente è subordinato alla
seguente procedura:
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3.01 – Ove l’area interessata ricade anche parzialmente in un ATE di
tipo A,B, C e D, il proponente acquisisce dalla Giunta Regionale
l’autorizzazione paesaggistica di cui all’art. %.01 delle NTA;
- 3.02 – ove il PRG non risulti adeguato al PUTT/p (o non vi sia uno
strumento di secondo livello di cui all’art. 2.05 delle NTA) nel caso
in cui l’area interessata dall’intervento ricada anche parzialmente in
un ATE di tipo A,B, e C, il proponente acquisisce dalla Giunta
Regionale l’autorizzazione paesaggistica della proposta per la sola
parte esterna ai suddetti ATE;
- 3.03 – ove il PRG non risulti adeguato al PUTT/p (o non vi sia uno
strumento di secondo livello di cui all’art. 2.05 delle NTA) nel caso
in cui l’area interessata dall’intervento ricada (in tutto o in parte)
in un ATE di tipo D, il proponente acquisisce dalla Giunta Regionale
l’autorizzazione paesaggistica della proposta;
- 3.04 - ove il PRG risulti adeguato al PUTT/p (o vi sia uno strumento di
secondo livello di cui all’art. 2.05 delle NTA) ferma restando la
disciplina normativa espressa dagli strumenti adeguati, il Sindaco
sentita la CEC provvede all’autorizzazione paesaggistica della proposta;
- 3.05 – nel solo caso di ampliamento di una attività esistente, ove la
stessa ricada in un ATE di tipo B e C, ferme restando le prescrizioni
di base per l’”area di pertinenza”, nella sola “area annessa” possono
essere verificate le condizioni per l’autorizzazione paesaggistica
della proposta: nel caso in cui il PRG non risulti adeguato tale
autorizzazione viene demandata alla Giunta Regionale; nel caso in cui
il PRG risulti adeguato o vi sia uno strumento di secondo livello il
Sindaco provvede all’autorizzazione paesaggistica della proposta;
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3.06 – in tutti i casi non contemplati nei precedenti punti 3.02, 3.03,
3,04, 3.05, l’autorizzazione paesaggistica ha implicitamente esito
negativo.
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